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Il Recupero di una cultura antica: Lo Zafferano

Il Recupero di una cultura antica: Lo Zafferano

Cenni Storici

Sin dall’epoca dei fenici lo zafferano era conosciuto nella terra Salentina, inizialmente non veniva usato a scopo meramente alimentare ma lo si usava come colorante ed anche per confezionare torte rituali in onore alla dea Astarte, la Grande Madre, legata alla fertilità, alla fecondità ed alla guerra. L’uso dello Zafferano nel piatto tipico della Scapece gallipolina, fa ritenere che la spezia sia sopravvissuta nei millenni nell’arte culinaria della città mercantile del tacco d’Italia; e che poi sia emerso nell’epoca medioevale delle incursioni Turche e Saracene.

I Greci; con la colonizzazione delle coste del sud Italia i Greci importarono le tecniche tintorie con la preziosa spezia dello Zafferano usate dai Fenici. Nell’antica Grecia i fiori di Zafferano (insieme con il loto e il giacinto) servivano da giaciglio a Zeus, re dell’Olimpo; pertanto, ritengo che il Croco abbia svolto gli stessi usi nelle colonie della grecia salentina, dove sicuramente era considerato anche un potente afrodisiaco, oltre che essere usato per tingere le vesti regali; cosa che verrà effettuata anche nel mondo dell’antica Roma.

Nell’epoca della Roma imperiale, la preziosa spezia veniva utilizzata come colorante per tessuti, come essenza da aggiungere alle acque per il bagno o ai cosmetici.  Le spose dell’antica Roma indossavano, sotto i loro abiti nuziali, una tunica di seta tinta con lo zafferano, per favorire i buoni presagi e concentrarne su di sé ogni bene. Inoltre i Romani lo impiegavano in cucina per preparare i banchetti delle famiglia più in vista, o lo scioglievano nel vino per renderlo aromatico, lo spruzzavano nei teatri, sui roghi, nei talami e nei capelli. Con il crollo dell’impero romano l’uso e la coltivazione scomparve a causa anche dei costumi delle popolazioni barbare che occuparono le regioni dell’antico impero. Dopo la caduta dell’Impero Romano in Europa si perse la “cultura” dello Zafferano. Sarà re-introdotta in Spagna, con l’invasione dei califfi Arabi.

gli Arabi reintrodussero la spezia  in tutta Europa. 犀利士
pan lang=”IT”>Il nome italiano “zafferano” trae origine dall’arabo “jafaran” o “za’ faran” che vuol dire “oro”, “luce”; e deriva anche dal persiano “sahafaran”, a sua volta dalla parola “asfar”, che significa “giallo”.
I monaci Basiliani coltivavano lo Zafferano.

XIII sec Normanni e Federico II Nel XIII sec. lo Zafferano è stato uno degli ingredienti preferiti nei cibi di Federico II di Svevia, Puer Apuliae.  In una ricerca sul “Liber de coquina” (un testo scritto tra il 1230 e il 1250 in latino, intessuto di volgarismi e attribuito a Federico II), la fastosa cucina della corte palermitana era ricca di influssi arabi filtrati attraverso la mediazione normanna e sveva. Da esso sappiamo che Federico II amava il pesce cucinato e conservato alla “scapece”. 

 

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